26. «Ricòrdati! Non rompere la tua alleanza con noi» (Ger 14,21).

La semina del mattino
26. «Ricòrdati! Non rompere la tua alleanza con noi» (Ger 14,21).
Suona un po’ strano che sia l’uomo a ricordare a Dio la fedeltà alla sua alleanza. In verità è il contrario. Da quando Dio ha stretto con l’umanità il suo patto di amore, a cominciare dal segno dell’arcobaleno dopo il diluvio, non è venuto mai meno al suo patto; non può farlo, non sarebbe Dio. Egli è fedele e la sua alleanza è eterna (Ez 16,60): l’ha scritta nel cuore dell’uomo (Ger 31,33). Il problema è dell’uomo, instabile, vulnerabile, infiacchito dal male ed a volte incapace di resistergli. L’alleanza con Dio regge nei termini della fedeltà e dell’impegno diuturno, con una volontà ben precisa e costante che viene rafforzata dalla grazia. Col Battesimo è stato stabilito un patto di alleanza nel quale ci siamo impegnati a servire e seguire Cristo, manifestando la nostra piena adesione a Lui che ci sostiene e ci guida nella fedeltà. La sua grazia e la forza che ne proviene, è conseguenza della preghiera, dell’affidamento a Dio, del buonsenso e della saggezza con la quale amministriamo i beni della terra, le relazioni, il compito vocazionale. Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza e la rinnova ogni giorno col patto nuovo ed eterno dell’Eucaristia con la quale nutre, difende il suo popolo e lo fortifica con la ricchezza e la potenza della sua grazia. E’ l’uomo dunque che deve ricordarsi del suo impegno con Dio in termini di fedeltà, volontà e perseveranza, consapevole di quanto il Signore fa per lui e cosciente della sua instabile condotta. P. Angelo Sardone