_La semina del mattino_
*47. «Difficilmente un ricco entrerà nei regno dei cieli» (Mt 19,23).*
Gesù commenta con questi termini l’incontro col giovane ricco che era andato via triste, e sottolinea così che l’ostacolo fondamentale che quel bravo giovane ha incontrato per seguirLo è proprio la ricchezza. L’affermazione è dura, pesante e desta stupore. La ricchezza è davvero un ostacolo insormontabile per la salvezza? Eppure tanti Santi provengono dalle file dei nobili, dei re, hanno amministrato ricchezze e sono vissuti nell’agio. Nella mentalità biblica *benessere e ricchezza sono doni di Dio*. Il problema non sta nella ricchezza in quanto tale che è frutto di ingegno, lavoro, impegno personale, capacità di guadagnare ed amministrare, ma _*nel rapporto che l’uomo ha con essa*_. Chi ha, vuole sempre più avere: denaro, potere, dominio; ciò porta a pensare di poter fare quello che si vuole, acquistare e vendere, asservire e dominare. L’attaccamento morboso ed egoistico ai beni terreni, impegnandovi energie e cuore, _*può distogliere l’orientamento ai beni celesti e la sequela di Cristo*_. Tanti ricchi sono diventati Santi: pur vivendo nell’agiatezza, hanno tenuto il cuore distaccato da tutto ciò che possedevano; pur avendo tanto, hanno condiviso e donato generosamente ai poveri, custodendo ed alimentando il vero tesoro, Dio e la gioia di aver donato. Tanti benestanti, non solo di denaro, ma anche di ingegno, capacità relazionali, prestazioni professionali, sono generosi. Gesù ha assicurato a Pietro che il compenso per chi lascia ogni cosa per seguirLo è _cento volte tanto in questa vita_ e l’eredità della vita eterna. _P. Angelo Sardone_