241. «E’ bello per noi stare qui»

_La semina del mattino_

*241. «E’ bello per noi stare qui» (Mt 17,4).*

Nella sua missione evangelizzatrice Gesù spesso coinvolge gli Apostoli in esperienze straordinarie. Lo fa con un intento pedagogico perché ciò che viene visto, udito, toccato, dovrà poi essere testimoniato ed annunziato. Il cammino della Quaresima viene riempito dalla luce sfolgorante della *Trasfigurazione,* una delle esperienze più forti fatta dai tre Apostoli fidati, ai quali Gesù concederà, _il primato sugli altri ed il compito della sua vicaria_ (Pietro), _il governo della città di Gerusalemme_ (Giacomo), _il privilegio di una singolare amicizia ed amore_ (Giovanni). Le antiche teofanie si rinnovano con uno splendore particolare, la luce strabiliante che si riflette sulle vesti candide di Cristo, la presenza di personaggi biblici di straordinaria rilevanza (*Mosé ed Elia,* la Legge ed i Profeti) e la voce tuonante del Padre che attesta la figliolanza divina di Gesù e ne impone l’ascolto. Un pezzo di Paradiso si riflette sulla terra e coinvolge le creature umane destinate a trasmettere l’evento. Dapprima gli apostoli, spaventati, sono immessi nella luce fino a desiderare di collocarsi lì stabilmente procurando ai tre illustri personaggi una tenda tutta per loro, noncuranti affatto di sé. *Sono i prodromi dell’eternità,* la gioia e la bellezza della pace del Regno. Non è un sogno, ma una realtà destinata ad aprire ulteriormente gli spazi conoscitivi fino allora limitati dei tre pescatori di Galilea. _*Dalla luce dell’alto bisogna tornare al meriggio ed al buio spesso del basso della sofferenza e della morte,*_ nel quale diventare con la propria vita una luce che, alimentata dalla Sorgente, risplende ed apre la strada alla verità. _P. Angelo Sardone_