La semina del mattino
287. «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini» (At 5,19).
Dinanzi al Sinedrio con una forza ed un coraggio sorprendente Pietro proclama la risurrezione di Cristo e dichiara la piena responsabilità dei Giudei imputando loro la condanna a morte e l’atto efferato della crocifissione. Senza mezzi termini proclama la verità sconcertante alle orecchie di chi ascolta, in particolare i sommi sacerdoti che avevano ingiunto agli Apostoli di non divulgare questa notizia ed evitare di parlare di Gesù il risorto. L’obbedienza, dice Pietro, in simili cose si deve a Dio e non agli uomini. L’ascolto della voce di Dio e la partecipazione agli eventi di cui erano diventati testimoni oculari, offrono loro una carica fuori del normale per non avere paura delle minacce, del carcere e delle persecuzioni ed affermare con vigore che a Dio si deve l’obbedienza. Le imposizioni umane che sono contro la logica di Dio, che combattono la verità derivante dalla Rivelazione e contenute anche nell’intimo di una coscienza pura, senza macchia e retta, non possono essere adempiute. L’obbedienza della fede radicata nel dono ricevuto dall’Alto, fa vincere ogni difficoltà ed espone non solo alla derisione ma addirittura alla morte proprio come il Maestro. La testimonianza non è semplicemente umana, ma ha come alleato lo Spirito Santo che Dio concede a tutti coloro che gli obbediscono. Ciò non toglie il fatto che, come la stessa Scrittura ammonisce, occorre essere obbedienti alle legittime autorità facendo però sentire con coraggio la validità della verità che deriva da Dio. E ciò vale sempre, soprattutto oggi! P. Angelo Sardone