386. «La vita che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me»

_La semina del mattino_

*386. «La vita che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20).*

La lettera di S. Paolo alle diverse comunità della Galazia, provincia romana dell’odierna Turchia centrale, contiene chiarimenti circa l’autenticità del suo annuncio, la centralità di Cristo e l’identità della libertà cristiana. Tutto questo a fronte di *distorti insegnamenti di alcuni missionari* circa l’incompletezza del messaggio di Paolo e l’affermazione che la salvezza esigeva il rispetto della Legge di Mosè. Da essa si evince _*la vera identità della fede cristiana e l’impegno pastorale dell’Apostolo per la crescita tra i cristiani*_. Le espressioni da toni fortemente biografici e personali attestano con vigore e passione la verità della fede in Cristo morto e risorto che ha stravolto la sua vita e lo ha reso testimone ed annunciatore. *Brigida di Svezia* (1303-1373), la santa compatrona dell’Europa, la cui festa oggi celebriamo, *esprime nella sua vita e nella sua opera i presupposti paolini*, con una esistenza complessa e varia nella molteplice espressione vocazionale di moglie _già a 14 anni_, _madre di 8 figli, vedova, religiosa, mistica, fondatrice di un ordine monastico_ e depositaria di rivelazioni ricevute da Gesù Cristo. La Chiesa “_ha accolto l’autenticità complessiva della sua esperienza interiore_” (S. Giovanni Paolo II), l’amore per la pace e la ricorda come esempio di una santità dalla poliedrica sfaccettatura in campo religioso e sociale. Le *orazioni di S. Brigida sulla passione di Gesù*, unitamente alle *rivelazioni*, pur non essendo oggetto di fede, sono tuttora praticate da numerosi fedeli con buoni frutti spirituali. _P. Angelo Sardone_