_La semina del mattino_
*416. «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?» (Gv 6,60).*
L’intenso ed articolato discorso del pane che Giovanni riporta nel capitolo sesto del suo Vangelo, si conclude con una duplice affermazione, dura in entrambi i casi. Molti dei discepoli, gente comune ed anche gli Apostoli, non hanno capito la portata dell’insegnamento certamente *non facile da comprendere perchè innovativo, rivoluzionario, fuori di ogni logica umana*. I termini adoperati dal Maestro sono profondi ed alti: non si tratta di un pane materiale ma spirituale, non di un dato terrestre ma celeste, non di un concetto ma di una persona, Cristo stesso che si fa cibo e bevanda di vita offrendo il suo corpo e sangue. _Il pane è solo il segno concreto, visibile, reale nella sua materialità e verità_. Gesù afferma che bisogna mangiare il suo corpo e bere il suo sangue ed adopera il verbo “_*troghein*_” che nel linguaggio greco significa *mangiare facendo rumore*, proprio come avviene con il pane croccante. Il grande miracolo che il Concilio di Trento definirà “*transustanziazione*”, è la trasformazione della sostanza del pane e del vino nella sostanza del corpo e del sangue del Signore. E questo per sempre, col “_memoriale_” della Pasqua di morte e risurrezione, nella celebrazione della santa Messa. È quindi più che normale che la gente non capisca e dichiari *dura ed incomprensibile la Parola*. Ma Gesù non cede e non torna indietro pur vedendo che molti si allontanano da Lui. Proprio ai Dodici Gesù dice: _*volete andarvene anche voi?*_ Pietro si fa loro interprete proclamando una grande professione di fede: *Tu solo hai parole di vita eterna*. L’Eucaristia che anche oggi celebriamo è un eminente mistero di fede, difficile da credere! _P. Angelo Sardone_