La semina del mattino
462. «Rallegrati, Maria, piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1,28).
La liturgia odierna celebra la Beata Maria Vergine del Rosario, memoria legata alla vittoria dei cristiani sui Turchi nella celebre battaglia navale di Lepanto (1571) nel corso della quale si avvertì l’efficacia della preghiera del popolo di Dio proprio attraverso l’uso della corona del Rosario. Secondo la Tradizione era stata la stessa Vergine Maria nel 1212 a consegnare a S. Domenico di Guzman il Rosario, come risposta ed arma efficace contro l’eresia albigese. S. Pio V, che era un domenicano nel 1572 istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, divenuta poi «Madonna del Rosario». Il Rosario, detto anche Salterio della Vergine è una eccellente preghiera, meravigliosa nella sua semplicità, con una impronta biblica incentrata sulla contemplazione degli eventi salvifici della vita di Cristo, cui fu strettamente associata la Vergine Madre (Direttorio Pietà popolare, 197). Tanti Santi testimoniano l’efficacia del Rosario per conseguire la salvezza e lo raccomandano particolarmente nella formazione e nella vita spirituale dei chierici e dei religiosi. A determinati giorni della settimana sono assegnati i diversi misteri: gaudiosi (lunedì, giovedì e sabato), dolorosi (martedì e venerdì), gloriosi (mercoledì e domenica). S. Giovanni Paolo II con la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae (2002), ha integrato nel Rosario i misteri della luce (giovedì). La Chiesa ha grande stima del Rosario e sollecita a pregarlo, senza ingenerare però un senso di colpa in chi non lo recita abitualmente, lasciando il «fedele serenamente libero e in composta tranquillità». Auguri a tutti coloro che portano il nome di Rosario o Rosaria. P. Angelo Sardone