La semina del mattino
495. «Le loro acque sgorgano dal santuario» (Ez 47,12).
La quarta ed ultima parte del libro di Ezechiele, il profeta sacerdote deportato in Babilonia, presenta il nuovo futuro tempio, le prescrizioni per il culto, il fiume che sgorga dal tempio. Il suo ruolo è quello di comunicare alla Casa di Israele quanto ha visto. Nella lunga visione profetica il penultimo capitolo del libro si concentra su una sorgente che sgorga dal tempio e la benedizione che porta al paese la nuova abitazione di Dio in mezzo al suo popolo. Questo testo sarà ripreso da Giovanni evangelista nell’Apocalisse. Il santuario, il nuovo tempio è la sorgente di un’acqua che risana e fa rivivere tutto all’intorno: il pesce è abbondante, gli alberi da frutto sono rigogliosi e danno raccolto ogni mese. La liturgia odierna celebra la Festa del giorno natalizio o Dedicazione della Basilica Lateranense di Roma, costruita per opera dell’imperatore Costantino sul Celio e intitolata al SS.mo Salvatore. Il battistero esterno dedicato a S. Giovanni Battista, le conferì nel tempo il nome di S. Giovanni in Laterano. Quel luogo fu assegnato da Costantino al pontefice come luogo di residenza. Dopo il battistero frutto di un adattamento di alcuni ambienti, allora terme private, fu eretta una grande basilica a cinque navate, la prima delle quattro basiliche maggiori, la più antica e importante di tutto l’Occidente. Essa è la Cattedrale di Roma, “capo e madre di tutte le chiese dell’Urbe e dell’orbe”. Ancora oggi dalla profondità di questo santuario che richiama la centralità della fede cristiana, sgorgano le acque salutari che irrorano di grazia e dissetano di dottrina e di fede il vero tempio di Cristo che siamo noi. P. Angelo Sardon