647. «Io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro»

La semina del mattino

647. «Io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro» (Is 50,5).

Uno dei componimenti più alti per dottrina, liricità e drammatico realismo nell’intera Sacra Scrittura è costituito dal blocco dei cosiddetti «Canti del servo di Jahwé» riportati nella seconda parte del libro di Isaia. Sono quattro, distribuiti tra i capp. 42 e 53. Sono una delle massime espressioni teologiche e letterarie che si riferiscono al mistero della passione del Messia che da Dio stesso è stato costituito “servo”. La domenica delle Palme è l’overture della più grande sinfonia che sia stata mai scritta ed eseguita. Si apre con la proclamazione di una intensa pericope tratta dal Terzo Canto, una sorta di enunciazione dei temi, definita e chiara, del dramma della Passione di Cristo. Tema iniziale è l’istruzione al popolo: il servo si presenta non tanto come un profeta ma come un saggio che intende istruire coloro che temono Dio, essendo stato egli stesso dotato di una lingua da discepolo. Grazie ad un celeste e particolare aiuto il «servo» andrà incontro alla passione sopportando ogni persecuzione fino a quando vedrà il suo trionfo sui nemici. La settimana, «Santa» per eccellenza si apre con questo elemento dominante nella Parola e nella Liturgia. Esse esprimono il culmine del pathos drammatico coinvolgendo emotivamente ogni credente. I rami di ulivo e le palme agitate in segno di venerazione davanti a Gesù, il Figlio di Davide che entra in groppa ad un asinello, sono il preludio della gloriosa risurrezione cui si giungerà attraverso la memoria dell’istituzione del Sacramento dell’amore con l’Eucaristia, il buio drammatico del venerdì santo con l’esaltazione di Cristo sul patibolo della croce ed il silenzio del sabato. In questo cammino la guida è la luce della Parola e la straordinarietà dei riti liturgici che, con il loro particolare fascino, inducono ad una partecipazione che coinvolge ed ancor più ad una autentica conversione di mente, di cuore, di vita. Buona Domenica delle Palme. P. Angelo Sardone