La semina del mattino
678. «Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani» (At 11,26).
L’evangelista Luca avanzando nella sua trattazione storico-ecclesiale presenta la Chiesa di Antiochia, in Siria, nella quale cominciò a concretizzarsi in maniera ufficiale e continua l’evangelizzazione dei pagani. La garanzia del legame con la Chiesa di Gerusalemme è data dalla persona di Barnaba, cui si aggiungerà Saulo-Paolo che diventerà quasi in assoluto il protagonista degli avvenimenti successivi. La città era molto grande con circa 500 mila abitanti ed un gruppo consistente di Giudei. In essa si era costituita una nuova comunità di cristiani che erano fuggiti da Gerusalemme per non subire la persecuzione scatenata contro di loro. Erano talmente attivi da determinare ben presto la costituzione di una comunità eccellente, numerosa e generosa, formata da cristiani provenienti dal paganesimo, seconda solo dopo quella di Gerusalemme e richiedere la presenza di Barnaba inviato direttamente dagli Apostoli. Barnaba a sua volta andò alla ricerca di Saulo a Tarso di Cilicia e lo condusse con sé ad Antiochia, rimanendo entrambi un anno in quella città. Da quella predicazione si costituirono anche le basi per lanciare il messaggio cristiano come da un centro di diffusione. Qui per la prima volta ai seguaci di Gesù di Nazaret fu attribuito l’aggettivo identificativo di «cristiani», distinguendoli dai Giudei. Il termine che era inizialmente un soprannome dispregiativo, faceva riferimento a Cristo, nome proprio che si aggiungeva a quello di Gesù e rimarrà tale soprattutto nella produzione letteraria e nella predicazione di S. Paolo. Cristiani si diventa col Battesimo: il termine evoca la grande dignità, come sottolineerà S. Leone Magno, di appartenere a Cristo e di essere suoi testimoni. P. Angelo Sardone