La semina del mattino
755. «In te noi speriamo, perché tu hai fatto tutto questo» (Ger 14,22).
La grande siccità per il popolo d’Israele al tempo di Geremia non fu solo mancanza di acqua, ma soprattutto allontanamento da Dio, tristezza, mancanza di bene, iniquità. L’alleanza ristabilita da Dio è il segno della sua Provvidenza e della fiducia nell’uomo per il quale stravolge gli eventi e le situazioni. Oggi la liturgia ricorda i santi Gioacchino ed Anna, gli “uomini illustri” del Siracide, genitori della Vergine Maria, i nonni di Gesù. Di loro non si parla negli scritti neo testamentari, ma solo nel Protoevangelo di Giacomo, uno scritto apocrifo, non riconosciuto cioè come ispirato da Dio. Gioacchino è pastore e sacerdote, Anna è una casalinga: entrambi sono avanti con gli anni e senza figli. Un prodigioso intervento dall’alto assicura loro il dono di un figlio, una bellissima bambina alla quale impongono il nome di Maria, come la sorella di Mosè. Adempiono i doveri di genitori e quando ha tre anni, la portano al Tempio di Gerusalemme e la consegnano ai sacerdoti perché sia consacrata a Dio ed educata nella legge dei Padri. Come altri grandi uomini biblici, di Gioacchino non si sa nulla, mentre Anna sarebbe vissuta fino ad 80 anni. L’odierna ricorrenza liturgica è stata preceduta domenica scorsa dalla Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani, istituita il 2021 da papa Francesco e collocata proprio in prossimità della loro festa. S. Anna è invocata protettrice delle donne incinte che a lei si rivolgono per avere un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare. Auguri a tutti coloro che portano i loro nomi. P. Angelo Sardone