La semina del mattino
775. «Il giorno di santa Maria».
Così la tradizione popolare chiama la solennità del 15 agosto, Maria Assunta in cielo in corpo ed anima. Tra le diverse memorie e solennità mariane che si celebrano annualmente nella Liturgia, quella di oggi ha una valenza tutta particolare per i suoi alti e profondi significati teologici. Essa costituisce la sintesi di diverse verità di fede: è «il frutto più eccelso della redenzione», la manifestazione concreta ed efficace dell’opera di salvezza di Cristo; il pegno della partecipazione alla gloria pasquale del Risorto; è l’immagine di ciò che la Chiesa desidera di essere (Direttorio della pietà popolare). Si tratta di un altro singolare ed esclusivo privilegio che Dio ha riservato per la creatura più grande, Maria di Nazaret, da Lui scelta per essere la Madre del suo Figlio e che Gesù ha reso Madre dell’intera umanità. Maria, immune dalla colpa originale, al termine del corso della sua vita, fu assunta in cielo in anima e corpo e fu esaltata dal Signore regina dell’universo, pienamente conforme al Figlio suo, vincitore del peccato e della morte (LG 59). I termini variano nella tradizione occidentale che definisce il prodigio “assunzione” e quella orientale che la chiama “dormitio”. La definizione dogmatica di Pio XII il 1950 sancisce la fede costante del popolo di Dio che da sempre, sia con i padri della Chiesa che con i teologi, ha esaltato e professato questo mistero mariano. Buona solennità dell’Assunta. Essa si colloca nel pieno dell’estate ed a metà del mese di agosto, donde prende il nome convenzionale e sociologico di Ferragosto, cioè “ferie di agosto” che per chi le sta facendo e le può fare, sono un tempo necessario di distensione e di riposo. Auguri a chi porta il nome di Assunta. P. Angelo Sardone