La semina del mattino
942. «Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero» (Sof 3,12).
Sofonia appartiene al gruppo dei profeti minori. Esercitò il suo servizio profetico durante il Regno di Giosia (640- 609 a.C.). Proprio con lui ed al suo insegnamento contenuto nei tre capitoli che compongono il libro omonimo, si avviò il cambio di significato del termine «povero», passando dal bisognoso di tutto a colui che si affida completamente al Signore nel compimento della sua volontà. Il suo messaggio fondamentale è che Dio vuole salvare il suo popolo e tutti coloro che lo invocheranno dal momento che è sovrano su tutte le nazioni e benedice coloro che si pentono e confidano in Lui. In Israele Dio lascerà un popolo, un resto, che si distinguerà per l’umiltà e la povertà. Il nuovo popolo di Dio che vive l‘alleanza con Jahwé si chiama Chiesa, il popolo che insieme cammina verso Cristo, con l’aiuto reciproco. Secondo l’enunciato profetico nel giorno dell’ira il Signore allontanerà tutti i popoli superbi e coloro che godono lasciando solo un popolo umile e povero. Le sue caratteristiche devono essere «umiltà», sarà cioè scevro di poteri e grandezza, ritenendosi peccatore e non giudice. Deve poi essere «povero», proprio secondo la prima delle beatitudini di Gesù, per potersi attaccare alla vera ricchezza che è Dio e fiducioso nel Signore perché sa bene che solo il Signore può garantirgli il vero bene. In quest’ottica si trovano bene i veri poveri egli umili di cuore, come sottolinea Gesù nel Vangelo, e tutti coloro che cercano la giustizia. Una prospettiva di questo genere apre il cuore alla speranza, soprattutto quando si è sopraffatti dalla presenza di coloro che commettono iniquità e proferiscono menzogne. Termina questa mattina qui a Morlupo il 9’ Capitolo provinciale. Ha richiesto da parte mia un lavoro non indifferente avendo svolto il compito di Segretario del Capitolo. L’ho fatto in spirito di servizio proprio come ho cominciato 30 anni in questo stesso luogo e con la medesima mansione. Auguri al nuovo Consiglio Provinciale. P. Angelo Sardone