1032. «Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna»

La semina del mattino

1032. «Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna» (1Gv 1,5).

La prima lettera di S. Giovanni apostolo si pone in stretta continuità col quarto Vangelo. Alcuni temi che avevano caratterizzato la stesura del testo dalla profondità scandita come da un occhio penetrante di aquila, sono riproposti sotto forma di esortazioni e a complemento di quanto già affermato nelle pagine evangeliche. Il tema della luce è uno di questi, che necessita di uno sviluppo ulteriore. I bagliori che provengono dall’alto sono la manifestazione e l’essenza di Dio e si pongono in contrasto netto col buio e le tenebre che non appartengono a Dio e che sono state da Lui distinte già all’atto della creazione. Il contrasto antitetico vuole mettere in evidenza più che una nozione metafisica e teologica, un dato religiosa: Dio é luce perché essenzialmente Egli é verità ed amore. Su questi temi si è formata con la scienza di Dio, Caterina da Siena (1347-1380), una delle sante più note nel panorama agiografico, per la sua intraprendenza ed il ruolo chiamato a svolgere dalla Provvidenza nella Chiesa del suo tempo. La cultura sacra appresa direttamente da Dio nel suo dettato mistico, la pone, suo malgrado, a contatto con le maggiori personalità del tempo in ogni campo. La profondità del suo pensiero e l’efficacia della sua azione ecclesiale soprattutto nei confronti del papa, le merita un ruolo di singolare importanza nella storia di tutti i tempi. È la prima donna ad essere dichiarata «dottore della Chiesa». La Nazione Italiana e la città di Roma, l’hanno come patrona. L’Europa come compatrona. Auguri a tutte coloro che portano il nome di Caterina, cioè pura, perché testimonino nella vita ciò che il nome significa. P. Angelo Sardone