1148. «Ascoltatemi signori di Sichem e Dio ascolterà voi!» (Gdc 9,7).
Iotam era l’unico ad essere sopravvissuto all’eccidio perpetrato da suo fratello Abimèlech nei confronti degli altri suoi fratelli, settanta, figli di Gedeone. Si salvò perché si era nascosto mentre gli altri erano stati uccisi su una medesima pietra con il concorso dei signori di Sichem. Questi ultimi poi si radunarono presso la Quercia della stele per acclamare re Abimelèch. Nell’intento di scongiurare ciò Iotam raccontò una favola, il primo esempio nella Bibbia, nella quale si fanno parlare le piante, in questo caso gli alberi, ed in particolare l’ulivo, il fico, la vite, i rovi. Come dai rovi sarebbe uscito un fuoco per divorare i cedri del Libano, così quegli stessi signori si rivoltarono contro Abimelech: nella guerra perirono gli uni e l’altro. Al contrario di tutto questo si comportò S. Rosa da Lima (1586-1617), la prima santa canonizzata del continente sud-americano. Il suo nome era Isabella, decima di tredici figli di una nobile famiglia di origine spagnola caduta in disgrazia finanziaria. Con il suo contributo lavorativo e manuale aiutò la sua famiglia e pur rimanendo nel mondo vestì l’abito del Terz’ordine domenicano conducendo una vita di preghiera in una cella appositamente costruita nel giardino di casa, con visioni ed intense esperienze mistiche. A questo alternava il servizio ai bisognosi di ogni età ed ai poveri. Da lei si sprigionò un intenso profumo di santità che ancora oggi contagia il mondo intero, come rosa di pregevole valore e di variegati colori. Auguri a tutte coloro che portano il suo nome, perché spandano attorno a sé il profumo dell’impegno spirituale e sociale, e del servizio che scaturisce dalla loro personale vocazione. P. Angelo Sardone