La semina del mattino
1193. «Regina del sacratissimo Rosario, prega per noi» (Litanie lauretane).
Nella ricorrenza della battaglia di Lepanto del 1571 nella quale la flotta cristiana sconfisse le galee mussulmane dell’Impero ottomano, si celebra la memoria della Vergine Santa sotto il titolo del Rosario. A partire da S. Domenico di Guzman, al quale il 1208 la Vergine Maria consegnò il Rosario, come risposta ad una sua preghiera, a Lei rivolta, per sapere come combattere l’eresia albigese, questa divenne la preghiera più diffusa per contrastare le eresie. Si tratta di una delle devozioni più care al popolo di Dio: una tra le più eccellenti preghiere alla Madre del Signore, con la sua impronta biblica e la contemplazione-meditazione dei misteri legati alla vita di Cristo ed alla Vergine stessa, percorsi col ritmo tranquillo di ripetizione del Padre Nostro e delle Ave Maria, attraverso i grani del rosario. La tradizione e la prassi mariana lo determina come pio esercizio e ha distribuito nei diversi giorni della settimana i misteri che si identificano come gaudiosi (lunedì e sabato), dolorosi (martedì e venerdì), gloriosi (mercoledì e domenica) e della luce (giovedì). La dimensione liturgica di un determinato giorno prevale sulla collocazione nella settimana perché si possa armonizzare adeguatamente la meditazione dei misteri con il momento liturgico. La saggezza della Chiesa invita a non mettere in ombra o trascurare altre eccellenti forme di preghiera mariana e a non ingenerare un senso di colpa in chi non lo recita abitualmente, lasciando ciascuno serenamente libero (Paolo VI, Marialis cultus, 55). Con questa devozione si sono formati tanti Santi e Sante. Apostolo moderno è il beato Bartolo Longo, cui si deve la costruzione dell’omonimo santuario a Pompei, la divulgazione del Rosario e la supplica che viene recitata il 7 ottobre e l’8 maggio. Auguri vivissimi a tutti coloro che portano il
Nome di Rosario, Rosaria ed affini. P. Angelo Sardone