La semina del mattino
1226. «Mi divora lo zelo per la tua casa» (Sal 69,10).
A seguito dell’episodio nel quale Gesù al Tempio di Gerusalemme, imbattutosi mei mercanti di buoi, pecore e colombe ed in numerosi cambiamonete, scacciò tutti dal tempio con le loro mercanzie affermando con vigore che la casa di Dio non era un mercato, i discepoli si ricordarono di questo versetto salmodico e lo applicarono a Cristo. Il suo atteggiamento era di difesa della dignità del luogo sacro, perché luogo della dimora di Dio e della sua gloria, luogo dell’incontro tra Dio e l’uomo. Nel secolo IV, quando il cristianesimo ebbe pubblico riconoscimento, dal momento che c’era bisogno per i cristiani di luoghi adatti nei quali riunirsi a pregare, ascoltare la Parola di Dio e rinnovare il sacrificio della morte e risurrezione di Cristo, l’imperatore Costantino donò alcune proprietà accanto al suo palazzo sul colle Celio a a Roma e fece costruire una basilica accanto al suo palazzo che divenne in seguito residenza dei vescovi di Roma. Nacque così una magnifica chiesa che papa Silvestro I intitolò al SS.mo Salvatore aggiungendovi una cappella dedicata a S. Giovanni Battista nella quale si amministrava il Battesimo. Prima papa Sergio III aggiunse la dedica al Battista e poi nel XII secolo papa Lucio II anche a S. Giovanni Evangelista. Da allora si denominò Basilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano. Qui furono celebrati cinque concili in anni diversi: 1123, 1139, 1179, 1215 e 1512. Essa è la cattedrale di Roma, «capo e madre di tutte le chiese dell’urbe e dell’orbe», come riporta una iscrizione in lingua latina posta sulla facciata anteriore. Oggi si celebra la festa della sua dedicazione. Aldilà della costruzione sacra edile, come affermava S. Cesareo di Arles, siamo noi il tempio vivo e vero di Dio. P. Angelo Sardone