La semina del mattino
1369. Sabato Santo 2024.
Oggi è giorno di silenzio e di solitudine, di preghiera e di continuazione del digiuno, che introduce alla veglia pasquale e prelude al canto solenne dell’alleluja. Il suo carattere è peculiare. La Chiesa continua così la sua celebrazione ininterrotta dal Giovedì santo nella contemplazione e riattualizzazione del mistero della morte di Cristo che prepara alla sua Risurrezione. Oggi sosta dinanzi al suo sepolcro meditando come il sonno della morte è divenuto la veglia di tutto il mondo (S. Cromazio). L’altare spoglio, la croce intronizzata, il misterioso e prolungato silenzio della morte, richiamano e favoriscono la meditazione profonda della morte dell’Uomo-Dio e la sua discesa agli inferi per strappare da essi gli uomini che vi erano prigionieri. La tradizione cristiana riserva una particolare attenzione a Maria che sosta e veglia davanti al sepolcro come a rappresentare la Madre Chiesa che, analogamente, sosta davanti alla tomba di Cristo suo sposo nell’attesa di poter celebrare piena di fede la sua risurrezione. La solenne Veglia Pasquale, «Madre di tutte le veglie» è un percorso battesimale. Inizia con la benedizione del fuoco nuovo dal quale viene acceso il cereo pasquale che, con la sua luce, sarà per tutto il tempo di Pasqua, il segno liturgico centrale di Cristo Risorto. Un antico canto liturgico, il cosiddetto «exultet, o preconio pasquale», è la lode al cereo: mentre ripercorre i grandi prodigi della storia della salvezza, annunzia il mistero della Risurrezione e prepara all’ascolto dell’abbondante Parola di Dio, dalla Genesi fino ai Vangeli. La benedizione dell’acqua per il «Sacramento del fonte» e la rinnovazione delle promesse battesimali confluiscono poi nella liturgia eucaristica che si colora di singolare solennità. In questo tempo di attesa e di speranza, siamo invitati alla preghiera, alla riflessione e ad un autentico ritorno a Dio attraverso il sacramento della riconciliazione con una buona confessione, per partecipare alla celebrazione della Pasqua di Cristo perché diventi la «nostra pasqua». P. Angelo Sardone