1382. «Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio»

La semina del mattino
1382. «Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio» (At 5,39).

La saggezza anche se a volte misconosciuta o tenuta a bada, ha alla fine la meglio nel derimere questioni, anche di ordine religioso. Il Sinedrio di Gerusalemme non aveva solo estremisti e radicali nella difesa ineccepibile della Torah, ma anche persone sensate ed equilibrate. Uno di questi, certamente ispirato dallo Spirito, era il fariseo Gamaliele, che fu anche maestro di Saulo di Tarso. I Farisei, in genere non erano così ostili come i Sadducei che erano assolutamente intolleranti a qualsiasi menzione della risurrezione dai morti. La Tradizione rabbinica riserva a Gamaliele la nomea di grande maestro, da cui risplendevano l’umanità e la saggia comprensione. Proprio da lui viene una grande lezione di prudenza, sensatezza e sano discernimento. Scorrendo la storia dei tempi recenti egli invita i membri del Sinedrio a considerare attentamente l’evoluzione dei fatti. Personaggi straordinari come Teuda, il rivoluzionario e Giuda il Galileo che pure avevano avuto molti seguaci, erano morti e tutto era andato disperso. La conseguenza è chiara: se l’opera degli Apostoli è determinata dagli uomini, tutto finirà, ma se è opera di Dio, non si può andare in lotta contro di Lui. Questo ragionamento li convinse e lasciarono liberi gli Apostoli dopo averli fatti fustigare con 39 colpi di flagello. La verità si fa strada da sola, soprattutto quando essa proviene direttamente da Dio. Ciò è avvenuto all’inizio del Cristianesimo, ciò avviene anche oggi. Non saranno le potenze del male cammuffate in ideologie falsamente allettanti e modi di fare accordanti col benessere materiale e spirituale a fermare l’avanzamento di ciò che è vero, nobile e sacro. P. Angelo Sardone