1454. «Il Signore mandò loro profeti perché li facessero ritornare a lui. Questi testimoniavano contro di loro, ma non furono ascoltati»

La semina del mattino

1454. «Il Signore mandò loro profeti perché li facessero ritornare a lui. Questi testimoniavano contro di loro, ma non furono ascoltati» (2Cr 24,19).

Si deve a S. Girolamo la definizione di «Cronache di tutta la storia divina» del libro che in ebraico era detto «Libro delle parole e dei giorni» e che invece nella versione greca della Scrittura, divisi in due libri, erano stati definiti «Paralipomeni», ossia «cose omesse» nei libri di Samuele e dei Re. A detta degli studiosi, si tratta dell’ultima delle tre grandi collezioni di tradizioni storiche ebraiche, tratte da fonti storiche, attribuite ad un medesimo autore e scritte non prime del 300 a.C. L’autore intendeva riportare non tanto ciò che era accaduto ma ciò che doveva ancora accadere. Il secondo libro delle Cronache, composto da 36 capitoli, descrive il regno di Salomone e la storia del regno di Giuda fino alla sua distruzione, l’esilio babilonese e il ritorno in patria: praticamente dal 970 a.C. circa al 538 a.C. La Liturgia, nella sua lettura pastorale propone alcune pagini che, come quella di oggi, presenta situazioni particolari che si rifanno a contrasti, stermini e cose simili che a volte rendono perplesso l’ascoltatore. In particolare si fa riferimento al re Joas la cui storia è una delle più tristi della Bibbia. Nonostante che il Signore inviasse puntualmente i suoi profeti che erano inascoltati, questo re ebbe accanto un uomo timorato di Dio, il sacerdote Joiadà sotto la cui influenza intraprese a camminare bene, restaurò il tempio fece riprendere i sacrifici quotidiani nel tempio. Alla morte del sacerdote la vita del re si allontanò da Dio, andò verso gli idoli ed in poco tempo il bene che aveva accumulato fu disperso. Succede ancora oggi: quando viene a mancare la guida sicura e gli uomini di Dio, anche il più buono, si lascia abbindolare da altre attrattive più confacenti alla natura godereccia ed utilitaristica e tutto il bene accumulato, in poco tempo sparisce. P. Angelo Sardone