1504. «Dio ama chi dona con gioia»

La semina del mattino

1504. «Dio ama chi dona con gioia» (2Cor 9,7).

È una espressione singolare adoperata da S. Paolo nell’esortazione indirizzata agli abitanti di Corinto per la promozione della colletta a favore dei poveri di Gerusalemme. Nell’intento di indurli alla generosità secondo le proprie capacità, mentre si rifà e cita espressioni tratte dal Libro dei Proverbi, conia questo detto divenuto proverbiale ed utile per tutti i tempi. Nella logica del dono generoso e gratuito si mosse in tutta la sua vita il diacono S. Lorenzo del quale oggi si celebra la memoria, molto conosciuto per via della sua morte. Era il primo dei sette diaconi a Roma, a servizio di papa Sisto II, responsabile ed amministratore delle offerte fatte alla Chiesa. In tempo di piena persecuzione il sovrano intende confiscare i beni della Chiesa ritenendoli cospicui. Il diacono Lorenzo, dopo aver distribuito ai poveri le offerte in suo possesso si presenta al prefetto di Roma con un nutrito gruppo di malati, storpi ed emarginati e li presenta come i veri tesori della Chiesa. Indispettito il prefetto lo condanna a morte, attestata da sant’Ambrogio «bruciato sopra una graticola» immagine con la quale viene solitamente ritratto nell’iconografia cristiana. Sulla sua tomba fu costruita una basilica. Nella nottata odierna, come attestato dal costume popolare leggendario, il fenomeno atmosferico delle stelle cadenti, tipico in questo periodo dell’anno, rappresenterebbe le lacrime versate dal santo nel martirio, o i carboni ardenti sui quali fu martirizzato. La particolare atmosfera sensitiva ha creato la diceria speranzosa che si avverino i desideri pronunziati quando in questa notte si vede qualche stella che cade. Auguri a tutti coloro che portano il nome di Lorenzo che evoca una speciale protezione a seguito della sua invocazione contro scottature, ustioni e lombaggini. P. Angelo Sardone