La semina del mattino
1617. «In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra» (Ger 33,15).
Oggi è il capodanno liturgico: comincia per la Chiesa un nuovo anno. A partire dal 1969, il calendario liturgico ha un ciclo triennale, indicato dalle lettere A, B, C, nel senso che si ripete ogni tre anni, e si caratterizza particolarmente con le letture bibliche delle Messe domenicali. Il ciclo C designa tutti gli anni che sono multipli di 3. Il Calendario Liturgico 2025 è il ciclo C ed è accompagnato ogni domenica dalla lettura del Vangelo di Luca. Nei giorni feriali la proclamazione delle letture segue la specifica di «Anno I», cioè anno dispari. L’inizio del nuovo anno con quattro settimane contrassegnano il tempo detto di Avvento che, dall’etimologia della lingua latina significa «venuta» e più diffusamente «attesa». Nella celebrazione eucaristica non si recita il Gloria, ed il colore dei paramenti liturgici è il viola che richiama la penitenza, dato che in origine la preparazione al Natale prevedeva il digiuno e la penitenza. Il simbolo dell’Avvento è la cosiddetta «Corona dell’Avvento» con quattro candele che si accendono domenica per domenica: sono la memoria delle diverse tappe della storia della salvezza prima di Cristo, e simbolo della luce profetica che illuminava la notte dell’attesa fino al sorgere del Sole di giustizia. Questo inizio è particolare perché prepara immediatamente anche al Giubileo ordinario o Anno Santo 2025, una propizia per riscoprire il senso vero della speranza cristiana che Dio, ricorda le sue promesse, dimentica le nostre colpe, e porta avanti il suo disegno di salvezza. Il profeta Geremia sostiene la speranza di Israele nella venuta del Messia ed annunzia la nascita del germoglio giusto, Gesù, il salvatore, per esercitare il giudizio e la giustizia sulla terra. Buon cammino di Avvento. P. Angelo Sardone