La semina del mattino
1095. «Si è degnato di venire ad abitare in mezzo a noi!».
Con questa aggiunta al noto saluto «Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento» S. Annibale M. Di Francia volle che dal 1° luglio 1886 si invocasse Gesù eucaristico nella sua Opera. Quel giorno, dopo una intensa preparazione di due anni per eccitare gli animi dei piccoli e dei poveri del Quartiere Avignone di Messina, alla fede, all’amore, al desiderio di Gesù eucaristico, a seguito della celebrazione eucaristica, Gesù Sacramentato prese possesso stabile nella chiesina tra le casette di quel malfamato quartiere. Fino ad allora la celebrazione della Messa che si ripeteva periodicamente, non era che una apparizione e sparizione di Gesù. Era necessario far nascere «spontaneo il desiderio che quell’oratorio divenisse sacramentale» con la presenza stabile di Gesù eucaristia. Anche se ci voleva ben poco per ottenerne i permessi, S. Annibale volle preparare bene quella gente con una serie di industrie spirituali ed un intenso lavorìo. Lasciava il tabernacolo aperto e faceva rivolgere gli sguardi desiderosi; compose e fece musicare alcuni versi d’aspettazione e di ringraziamento. Il 1° luglio salì l’altare per il sacrificio eucaristico attorniato dagli orfani e le orfane vestiti a nuovo. Dopo la S. Messa il SS.mo Sacramento fu posto in un ostensorio di argento massiccio per la processione lungo le stradette del quartiere, acclamato dagli orfani e dalla turba dei poveri. Al rientro fu collocato in trono e rimase esposto per tutta la giornata, mentre tutti si alternavano nella preghiera di adorazione. Non ci fu il tempo per «accendere la caldaia», né per apparecchiare la tavola: bastò il pane asciutto, pur di non lasciare l’adorazione. A sera la benedizione eucaristica chiuse la giornata memorabile. Dall’anno successivo, il 1887, nacquero le Feste del 1° Luglio per commemorare la venuta di Gesù in forma stabile, come «tributo annuo d’amore e di fede che tutta l’Opera offre a Gesù in Sacramento». Questa pratica devozionale propria degli istituti di S. Annibale, a detta del fondatore, rimane di «primordine» e viene tuttora vissuta in tutte le nostre Case. P. Angelo Sardone