La semina del mattino
1164. «Le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti» (Mi 5,1).
Il testo biblico del profeta Michea fa riferimento a Betlemme di Efrata, gloria della dinastia di Davide, che sarà feconda, secondo l’etimologia propria del nome, con la nascita del Messia. Nella liturgia è posto in correlazione con la beata Vergine Maria, della quale oggi si celebra la natività, prima di quella di Giovanni il Battista e di Gesù. La festa tiene conto che il vero significato e il fine di questo evento è l’incarnazione del Verbo. La nascita in terra di Maria è finalizzata al suo ruolo di Madre del Verbo di Dio. Maria e la sua natività sono come pietra di separazione fra il Nuovo e l’Antico Testamento e mostrano come ai simboli e alle figure dell’Antico Israele succeda la verità del Figlio di Dio, la nuova ed eterna alleanza in Gesù Cristo. La festa della Natività di Maria è di origine orientale e fu introdotta nella Chiesa latina da un papa orientale, san Sergio I alla fine del sec. VII. Testi di riferimento sono i cosiddetti vangeli apocrifi ed in particolare il Protoevangelo di Giacomo che riporta particolari interessanti che non si ritrovano nei testi canonici. Per i figli di S. Annibale, la ricorrenza odierna si caratterizza come Festa di Maria Bambina o della «Bambinella», una devozione singolare, autentica poesia del suo cuore, che praticò e che fu fonte ispiratrice di componimenti e preghiere, di iniziative ed industrie spirituali coinvolgenti. Aveva prescritto che in ogni Casa del suo Istituto ci fosse la statua della Madonna Bambina, che la festa doveva essere preceduta dalla novena e, particolarmente, dalla veglia la notte della vigilia, e la processione per la casa a conclusione del giorno. La Bambinella, la mattina del 31 maggio 1927, vigilia della sua morte, apparve a S. Annibale preludendogli la luce e la gioia del Paradiso. Secondo un’antica consuetudine nella Congregazione dei Rogazionisti in Italia, il giorno 8 settembre si suole emettere o rinnovare la Professione religiosa dei suoi membri, temporanea o perpetua. P. Angelo Sardone