La semina del mattino
1171. «O quam tristis et afflícta fuit illa benedícta Mater Unigeniti!»
Quanto grande è il dolore della benedetta fra le donne, Madre dell’Unigenito! (Dallo Stabat Mater). Collegata direttamente alla festa di ieri, si celebra oggi la memoria liturgica della Beata Vergine Maria Addolorata che ha significativa importanza dottrinale e pastorale perché associa la Madre alla passione salvifica del Figlio. In Lei si concentra il dolore dell’universo per la morte di Cristo e si personificano le madri che, lungo la storia, hanno pianto e piangono la morte di un figlio. Questa devozione è una delle più commoventi e tenere perché esprime il più intimo e filiale affetto verso la SS. Vergine. Sotto la croce, il dolore di Maria diventa sommo. L’impossibilità e l’incapacità di fare qualcosa per il crocifisso Gesù, straziano il suo cuore di madre: Lo contempla innalzato da terra, scorge attorno a sé il vuoto del tempo e dello spazio, ha paura, vede l’inesorabile fuga di tutti. Maria diviene tutt’uno con Gesù, così com’era nel tempo della gravidanza e genera ancora una volta divenendo Madre di tutti. Sotto la croce, ancor più di altre volte, la spada profetizzata da Simeone trafigge il suo cuore. La popolare sequenza dello «Stabat Mater» attribuita a Jacopone da Todi, che in genere accompagna la Via Crucis ed è molto amata dai fedeli, è recitata in maniera facoltativa durante la Messa. Guardando Maria che ha tanto sofferto, il suo cuore, bersaglio delle sventure e delle afflizioni, i cristiani tribolati si sentono rianimare e La invocano in aiuto nelle difficoltà e nei travagli della vita. La devozione popolare mariana ha collegato alla Madonna Addolorata i sette dolori, traendoli dai testi evangelici, dalla profezia di Simeone fino alla deposizione di Gesù nel sepolcro. Auguri a tutte le donne che portano il nome di Addolorata, Tina e derivati. P. Angelo Sardone