La semina del mattino
1255. «Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna» (Is 26,4).
L’Avvento del Signore è un grande dono di amore che, come avverte S. Bernardo, merita gioia per il dono ricevuto e riconoscenza per l’amore che viene dimostrato. Il profeta Isaia nella sezione iniziale dei primi capitoli del suo libro innalza inni di ringraziamento al Signore esaltandone la fortezza e dichiarandolo roccia eterna. Da essa non solo scaturisce l’acqua viva che disseta, ma è anche baluardo di salvezza e sicuro appoggio. In Dio e sulla sua roccia di salvezza si è ancorata la vita, l’opera e la santità del grande vescovo di Milano e dottore della Chiesa, S. Ambrogio (340-397) del quale oggi si celebra la memoria. Si tratta di uno dei santi più noti dei primi secoli, grande per la dottrina teologica che ha segnato il popolo di Dio. Gli epiteti che la Chiesa gli riserva sono: pastore, liturgo e mistagogo. Eclettico nella sua vasta produzione teologica, dalla liturgia ai commentari sulla Sacra Scrittura, dai trattati diversi di natura ascetico-morale alle mirabili indicazioni di governo nella Chiesa, rimane un grande punto di riferimento per la solidità della dottrina ancorata alla «pietra apostolica» sulla quale è costruita la Chiesa che rimane incrollabile nonostante l’infuriare del mare in tempesta. Si deve a lui la celebre espressione: «Ubi Petrus, ibi Ecclesia», dove c’è Pietro, lì c’è la Chiesa, attestando il primato della Chiesa di Roma. A lui si riconduce idealmente il cosiddetto rito ambrosiano in vigore in quasi mille parrocchie della Diocesi di Milano ed in altre extra-diocesane, non come sistema liturgico alternativo a quello della Chiesa di Roma, ma come «possibilità di seguire una diversa consuetudine locale». P. Angelo Sardone