La semina del mattino
1301. «La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui» (Sal 88,25).
Nella Storia e Tradizione rogazionista l’intero mese di gennaio è consacrato al Nome SS. di Gesù, dal momento che due ricorrenze lo richiamano: il primo dell’anno con la circoncisione e l’imposizione del nome di Gesù, il tre gennaio come memoria facoltativa. Per i figli e le figlie di S. Annibale M. Di Francia, Rogazionisti, Figlie del Divino Zelo e Laici rogazionisti, comincia oggi la «Novena al Nome SS.mo di Gesù» in preparazione alla solenne festività interna del 31 gennaio che culmina con la presentazione all’Eterno Divin Genitore di una grande Supplica nel Nome di Gesù. Il santo Fondatore caratterizzò questa novena che si faceva dinanzi a Gesù solennemente esposto, come un’intensa preghiera di «riparazione» per la serie di nove peccati con i quali si offende Dio. Facendo uso di alcune strofe già in uso nella pietà popolare, compose nove preghiere riparatorie ed aggiunse alle strofe preesistenti una quartina che esprimeva il peccato enumerato e le modalità per ripararlo. Il senso forte della riparazione dei peccati lo colpiva interiormente. Secondo la sua spiritualità tutto è connesso alle solenni proclamazioni fatte più volte da Gesù e riportate nel Vangelo soprattutto di Giovanni, con le quali il Maestro afferma che tutto ciò che sarà chiesto al Padre nel suo Nome, verrà concesso. Nella teologia biblica ha grande significato e valore il nome che indica la persona. Nella sua riflessione catechetica e pastorale S. Annibale mette in evidenza l’importanza di credere ed accogliere le promesse di Gesù perché vi è legata la stessa parola di Cristo nel cui nome «ogni ginocchio si piega nei cieli, sulla terra e sottoterra». Un’autentica devozione al Nome di Gesù, apre il cuore all’attenzione di carità verso i poveri ed i piccoli nei quali si nasconde la stessa persona di Gesù Cristo. P. Angelo Sardone