1404. «Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero»

La semina del mattino

1404. «Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero» (At 16,4).

Il lavoro apostolico dell’annunzio oltre dare tante soddisfazioni, si rivela anche irto di difficoltà. Le prime sorgono proprio nel contesto dell’equipe missionaria. Barnaba, che pure aveva avuto un ruolo di importanza grande nello scegliere Paolo, nel condurlo con se nella missione e nel difenderlo, per disguidi sull’opportunità o meno di avere con sé Giovanni detto Marco che li aveva lasciati in Panfilia, ha una grande lite con Paolo e si dissocia da lui. Se ne va con Marco a Cipro e scompare per sempre nella narrazione degli Atti. Paolo invece in compagnia di Sila, continua per la Siria e la Cilicia. Comincia così il cosiddetto «secondo viaggio». A Listra la provvidenza gli mette dinanzi Timoteo che diventerà suo fedele discepolo. Era figlio di madre giudea e padre greco. Per questo, per non avere problemi con i Giudei ivi residenti, Paolo lo fece circoncidere. In questo momento, trovandosi senza Barnaba l’assillo di Paolo è quello di trasmettere di città in città le decisioni prese recentemente nel Concilio di Gerusalemme dagli Apostoli e dagli anziani perché potessero essere osservate. Non di rado anche nei contesti ecclesiali succedono disguidi e forti liti. Attraverso queste esperienze a volte dolorose, e la storia ne è testimone, si delineano nuovi percorsi e situazioni diverse che aggiungono ai contrasti gli scismi e determinano rotture eclatanti. I tempi moderni non fanno eccezione. Ciò che deve restare ferma, nonostante tutto, è la fedeltà umile ed obbediente alla Chiesa perché, come sentenzia S. Ambrogio: «Ubi Petrus, ibi Ecclesia», «Dove c’è Pietro, là c’è la Chiesa». P. Angelo Sardone