1414. «Bisogna che, tra coloro che sono stati con noi, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione»

La semina del mattino
1414. «Bisogna che, tra coloro che sono stati con noi, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione» (At 1,21-22).

Dopo aver citato i Salmi 69 e 109 alle circa 120 persone convenute, Pietro, il primo degli Apostoli prendendo l’iniziativa ed asserendo quanto gli eventi ultimi avevano significato nel piano divino della salvezza, propone di sostituire Giuda Iscariota, il traditore, ormai uscito dal regno dei vivi, con uno che sin dagli inizi era stato ed aveva condiviso con loro l’avventura messianica con Gesù. Il profeta Davide era stato chiaro nei due passaggi relativi alla passione di Gesù ed al coinvolgimento di Giuda: «la sua dimora diventi deserta; il suo ufficio lo prenda un altro». Occorreva quindi ricercare secondo l’indicazione dello Spirito la persona adatta a ricoprire l’ufficio di Apostolo. Dopo la preghiera di invocazione al Signore riconoscendolo come Colui che conosce i cuori, gettarono la sorte su due che erano stati proposti, Giuseppe detto Barsabba e Mattia. La scelta fatta dal Signore, elemento della sua provvidenza, ricadde su Mattia. Di lui, come di Giuseppe non se ne parerà più nel libro degli Atti. L’elezione è da Dio, nessuno potrà accampare diritti di sorta.Del resto della sua vita non se ne sa nulla: tante notizie in verità sono contraddittorie ma da sempre si parla di lui come martire. I sostituti nella vita della società e della Chiesa sono una realtà frequente e molte volte nel loro servizio possono essere più validi di coloro che sono chiamati a sostituire. Ciò non dipende da loro ma dalla provvidenza dello Spirito che instrada, influisce nelle scelte, e soprattutto, guida coloro che sono scelti. P. Angelo Sardone