1416. «La compassione di Cristo lo spinse a fare della sua esistenza un dono per i piccoli e derelitti. Era persuaso che la loro povertà spirituale e materiale si potesse risolvere supplicando il Signore affinché si degnasse di mandare alla Chiesa ed alla società numerosi e santi operai del Vangelo»

La semina del mattino
1416. «La compassione di Cristo lo spinse a fare della sua esistenza un dono per i piccoli e derelitti. Era persuaso che la loro povertà spirituale e materiale si potesse risolvere supplicando il Signore affinché si degnasse di mandare alla Chiesa ed alla società numerosi e santi operai del Vangelo» (Bolla di canonizzazione).

Ricorre oggi il XX anniversario della dichiarazione di santità di S. Annibale M. Di Francia (1851-1927), avvenuta a Roma domenica 16 maggio 2004, in coincidenza provvidenziale con l’anniversario della fondazione dell’Istituto dei Rogazionisti (1897). Riecheggiano nella mente e nel cuore le ispirate parole di S. Giovanni Paolo II e la grande emozione della piazza S. Pietro gremita fino all’inverosimile, da pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, accorsi per onorare i sei nuovi santi. Sul sagrato della Basilica ero accanto al Servo di Dio P. Giuseppe Aveni del quale è stato avviato il processo di beatificazione, maestro mio e di numerose generazioni di Rogazionisti nel noviziato: il suo viso radioso e splendido di gioia è il compendio genuino che porto dentro di me di quel giorno. La santità di Annibale Di Francia veniva riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa dopo il traguardo della beatificazione (1990) ed ancor più lontano, il 1945, l’inizio del lungo processo avviato con la raccolta e la consegna dei suoi scritti, la deposizione dei testimoni, il desiderio di tanti di vederlo agli onori degli altari. La sua identità storico-carismatica si concentra nel suo amore verso piccoli e poveri sorretto dalla necessità dell’obbedienza fedele al comando di Gesù, «incessante ed universale», la preghiera per le vocazioni, di cui è riconosciuto insigne apostolo, autentico anticipatore e zelante maestro della moderna pastorale vocazionale. Aldilà delle celebrazioni che rinnovano il tono potente del suo messaggio, questa circostanza speriamo segni un rinnovamento ed una presa di coscienza sempre maggiore nei suoi figli spirituali e nella Famiglia del Rogate, dell’attualità e dell’urgenza del carisma e porti un effettivo rinnovamento, conoscenza e diffusione della spiritualità rogazionista, perchè diventi autentica cultura vocazionale. P. Angelo Sardone