1438. «La Parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù»

La semina del mattino
1438. «La Parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù» (2Tm 2,9-10).

Una indicazione sapiente e concreta offerta da S. Paolo al suo discepolo Timoteo, fa riferimento al fatto che l’apostolo, deve soffrire tutto per Cristo, come il buon soldato che non si impiccia degli affari della vita civile, o l’atleta che deve combattere secondo le regole, o, ancora l’agricoltore, che lavora duramente e che per primo riceve i frutti della terra. Tutto questo rafforza la tenacia di Timoteo che sta affrontando le diverse difficoltà e sofferenze che certamente avranno la loro ricompensa. Paolo stesso è incatenato a causa della Parola, mentre la Parola non è incatenata. Ciò gli dà la forza per sopportare ogni cosa a favore di coloro che, antichi e nuovi, sono stati scelti da Dio in vista della salvezza. È di grande conforto questa parola quando si affrontano difficoltà di ogni specie nella conduzione della vita cristiana soprattutto quando sembra che tutto remi contro, che non c’è possibilità di riuscire per le avversità giornaliere ed il facile scoraggiamento che prende cuore e vita di tanti cristiani. La forza nasce dalla stessa Parola che non sarà mai incatenata e che nessuna forza al mondo potrà mai vincere. L’esempio e la testimonianza di Paolo, di Timoteo e di una schiera infinita di Santi, martiri canonizzati e non, è la riprova della verità insita nella stessa Parola che è energia, forza e vita. L’ignoranza della Parola, sentenziava S. Girolamo, corrisponde alla stessa ignoranza di Cristo! Questo principio, purtroppo, fotografa l’evidenza dei nostri giorni. P. Angelo Sardone