1456. «Prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni»

La semina del mattino
1456. «Prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni» (Ger 1,5).

Una delle figure eminenti della Bibbia e dell’agiografia cristiana è Giovanni Battista del quale oggi si celebra la solennità della natività. Insieme con Maria, Madre di Gesù è l’unico del quale si fa memoria della nascita in terra e della morte. La Chiesa pone questo evento a distanza di tre mesi dall’Annunciazione e sei mesi prima della celebrazione del Natale di Cristo. La sua personalità lo impone alla storia di tutti i tempi come Precursore di Gesù Cristo e primo suo testimone, segnato nella sua vocazione quando ancora era nel grembo della madre. La sua nascita è frutto di un evento straordinario e di un intervento di Dio che rese la sterile Elisabetta in grado di concepire e dare alla luce un bimbo nonostante la sua tarda età. La nascita diede gioia, esultanza, poiché era grande davanti al Signore. Nel tratto liturgico odierno del profeta Geremia è prefigurata la vocazione e la missione del «più grande tra i nati di donna», come Gesù stesso lo definì, un uomo tutto d’un pezzo, coraggioso ed intrepido assertore della verità. Come novello Elia, Giovanni il Battezzatore preparò al Signore un popolo ben disposto con il rigore della sua vita, la scelta della solitudine nel deserto, la preghiera, l’amministrazione del Battesimo di penitenza, il martirio subito per testimoniare la verità. All’ottavo giorno, col rito della circoncisione, gli fu imposto il nome «Giovanni» che significa «Jahvè è favorevole», come aveva preannunziato l’Angelo del Signore. Auguri a tutti coloro, uomini e donne che portano questo bel nome, che indica e realizza in pieno il favore che viene dall’Alto, da Dio. P. Angelo Sardone