1481. «Da’ disposizioni per la tua casa, perché tu morirai e non vivrai. Ezechìa allora voltò la faccia verso la parete pregò il Signore e fece un gran pianto»

La semina del mattino
1481. «Da’ disposizioni per la tua casa, perché tu morirai e non vivrai. Ezechìa allora voltò la faccia verso la parete pregò il Signore e fece un gran pianto» (Is 38,1-3).

Ezechia fu re di Giuda dal 715 al 687. Promosse la riforma religiosa, distrusse i diversi centri del culto ai Baal nel tentativo di fare di Gerusalemme il centro cultuale dell’antico Regno di Israele. Il profeta Isaia era decisamente contro ogni forma di alleanza con l’Assiria ed in particolare col re Sennacherib. Al contrario invece Ezechia era favorevole e ciò non gli avrebbe meritato una lunga vita. Infatti si ammalò ed il Signore gli comunicò perentoriamente attraverso Isaia che sarebbe morto e che era opportuno che desse disposizioni per la sua casa e per la successione nel regno. Il re non si rassegnò, voltò «la faccia verso la parete», cominciò a pregare piangendo e manifestando al Signore la sua rettitudine e la sua fedeltà. Aveva camminato davanti al Signore «con fedeltà e con cuore sincero». A causa quindi dei suoi meriti e soprattutto del pianto sincero che gli fa riconoscere la propria impotenza, la minaccia di morte fu rimandata. Gli furono concessi da Dio altri 15 anni di vita e ci fu anche un segno grandioso che confermava il volere di Dio: il ritorno indietro del sole di dieci gradi dell’ombra sulla meridiana. L’esempio biblico riportato dal profeta Isaia è la chiara dimostrazione che Dio, cui appartiene questo potere, interviene sempre nella storia umana, con modi completamente diversi dai nostri, interferendo sulla natura e sul corso della malattia, permettendo che un malato non muoia e che la data della fine sia posticipata. La supplica sincera e costante strappa da Dio ogni grazia. P. Angelo Sardone