1486. «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni»

La semina del mattino
1486. «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni» (Ger 3,5).

La Liturgia della Parola scelta per la celebrazione dell’Eucaristia giornaliera, ha uno scopo pedagogico e formativo. Per questo le letture con le rispettive loro tematiche si allineano con le ricorrenze agiografiche e con le celebrazioni di Gesù e di Maria. Il tratto profetico di Geremia si aggancia ed esprime la vita e l’opera del santo di cui oggi ricorre la memoria, S. Charbel (Giuseppe) Makhluf (1828-1898), sacerdote dell’Ordine maronita non molto conosciuto, ritenuto il «Padre Pio del Libano». Desideroso di condurre una vita di austera solitudine e di più alta perfezione, a 23 anni passò dal cenobio di Annaya all’eremo dei santi Pietro e Paolo, dove servì Dio giorno e notte con digiuni e preghiere, in solitudine, obbedienza e nel lavoro dei campi. Si racconta che una sera, ignorando la disposizione del superiore di non accendere la lanterna in segno di povertà, chiese ad un servitore di riempire d’olio la sua lampada per potersi dedicare alla preghiera. Questi invece dell’olio versò acqua e la lampada ugualmente si accese. Il superiore, stizzito, lo rimproverò, ma saputo dell’accaduto gli chiese perdono. Non ha lasciato scritto nulla: alcune sue espressioni sono state tramandate oralmente. Dal sepolcro che conservava il suo corpo intatto, trasudava sangue ad acqua: si moltiplicarono così guarigioni inspiegabili, e da allora è un richiamo per tante persone, anche di differenti religioni. Si conserva una sola sua immagine con lo sguardo rivolto in basso. Fa parte del gruppo dei 4 santi maroniti (Nimatullah, Rafqa e il beato Stefano) che rappresentano vie diverse di santità. Tenera ed efficace la sua devozione alla Madonna. P. Angelo Sardone