1488. «Innalziamo lodi a Gioacchino e Anna nella loro discendenza: Dio fece posare sul loro capo la benedizione di tutti gli uomini»

La semina del mattino
1488. «Innalziamo lodi a Gioacchino e Anna nella loro discendenza: Dio fece posare sul loro capo la benedizione di tutti gli uomini» (Sir 44,1.23).

Il Libro del Siracide dedica l’ultima sezione di ben 7 capitoli all’elogio degli uomini illustri. Tra questi, anche se non espressamente nominati nel testo sacro, la Chiesa ricorda e celebra i santi Gioacchino ed Anna, genitori di Maria, la madre di Gesù. Li ricorda, invece, il cosiddetto Protoevangelo di Giacomo, uno scritto apocrifo del II sec. d.C. non riconosciuto dalla Chiesa come rivelato ed il vangelo dello Pseudo-Matteo. Gioacchino è presentato come persona molto ricca, padrone di greggi, ma senza discendenza. Per questo suo disagio si ritira nel deserto e fa della preghiera il suo cibo e la sua bevanda. Anna, sua moglie, ha il seno chiuso dal Signore e senza frutto, ma come le grandi donne del passato, confida nel Signore. Per vent’anni non hanno figli. Un angelo del Signore le conferma che è stata da Lui esaudita. La stessa cosa avviene per Gioacchino. Anna prorompe in lodi di gioia e nella promessa «chi genererò lo donerò al Signore perché rimanga al suo servizio tutti i giorni di sua vita». Si incontrano alla Porta Aurea di Gerusalemme, dove solitamente si riteneva efficace la presenza di Dio e si scambiano un bacio. Al compimento della sua gravidanza, Anna dà alla luce una bimba e la chiama Maria. La bimba cresce con le premure del papà e le attenzioni della mamma, nella casa nei pressi della piscina di Betzaeta. S. Anna è ritenuta protettrice delle donne gravide e prossime al parto, mentre S. Gioacchino è protettore dei nonni. Auguri a tutti coloro che portano il nome di Anna, cioè «favore e grazia» e Gioacchino, che significa «Dio solleva». P. Angelo Sardone