La semina del mattino
1590. «Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri» (Fil 2,4).
La lettera di S. Paolo agli abitanti di Filippi, importante città della Macedonia e colonia romana, mostra una confidenza speciale che l’Apostolo avverte nei loro confronti. Aveva toccato la città nel suo secondo viaggio e più volte nel terzo, compiendovi una profonda evangelizzazione. Volendo esortare a mantenere l’unità nell’umiltà, quasi come un’introduzione al celeberrimo inno cristologico, Paolo esorta i cristiani a non essere egoisti, a non avere spirito di rivalità, a cercare non l’interesse proprio ma anche quello degli altri. Su questa scia si colloca la vita e l’opera di uno dei più grandi santi di ogni tempo, Carlo Borromeo (1538-1584), arcivescovo di Milano con una corporatura fisica robusta, alto oltre un metro ed ottanta. La sua giovane vita, appena 46 anni, testimonia una intensità di azione pastorale, sorprendente per quei tempi data anche la vastità della diocesi ambrosiana. Nella sua azione pastorale si uniscono mirabilmente dottrina, zelo, attenzione alla formazione del clero, preoccupazione per la vita dei cristiani laici, povertà ascetica, cura dei poveri e degli ammalati con una straordinaria opera riformatrice. Colpisce soprattutto la sua attività missionaria nella più grande diocesi al mondo, con la visita sistematica di ogni suo angolo e la conoscenza profonda delle problematiche del popolo di Dio, in attuazione dei decreti del Concilio di Trento ai cui lavori aveva partecipato e che gli procurarono grandi contrasti da parte di persone potenti che avrebbero impaurito chiunque. Pur scampato alla peste morì per febbri alte. Auguri a coloro che portano il suo nome perché ricalchino nella loro vita lo zelo di questo grande apostolo di dottrina e santità. P. Angelo Sardone