La semina del mattino
1591. «Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5).
Una esortazione pressante all’unità, caratterizza le prime battute della Lettera di Paolo ai Filippesi. Divisioni intestine minacciavano la pace e l’unità all’interno della comunità. Le motivazioni erano molteplici dal di fuori ed anche dal di dentro. Di qui l’insistenza dell’Apostolo ad interpellare i cristiani insieme per venirne e capo e soprattutto per instaurare un regime di serenità e condivisione. Per fare questo egli si ispira a Gesù Cristo riproponendo i sentimenti che hanno caratterizzato il suo cuore e la sua azione di salvezza. È così spiegato il senso della collocazione del bellissimo inno cristologico, molto probabilmente qualcosa già esistente, che evoca le diverse tappe del mistero della vita di Cristo, sparse nelle diverse strofe che lo compongono: dalla preesistenza divina, all’incarnazione, alla morte, alla risurrezione, all’ascensione. La virtù più importante per realizzare la concordia che non sia solo esteriore, ma convinta ed interiore, è l’umiltà, quella stessa che ha avuto Cristo che si è spogliato di se stesso assumendo la condizione umana, limitata, fino alla morte di croce. Il tutto si è potuto realizzare grazie alla sua obbedienza al Padre che proprio per questo lo ha esaltato col fulgore della sua divinità e la dignità di signore dell’universo. Basterebbero questi due elementi ai quali fare riferimento per una corretta impostazione della vita personale e della comunità cristiana per non far prevalere a volte i propri sentimenti che possono essere di rivalità, vanagloria, tornaconto ed interessi personali. L’imitazione di Cristo richiede fiducia ed abbandono in Lui, obbedienza alla sua Legge di amore. P. Angelo Sardone