234. «Gesù rimase nel deserto quaranta giorni tentato da Satana»

_La semina del mattino_

*234. «Gesù rimase nel deserto quaranta giorni tentato da Satana» (Mc 1,12-13).*

Marco, all’inizio del suo Vangelo presenta il Maestro che prima di iniziare il suo ministero evangelizzatore, viene _“gettato dallo Spirito”_ nel deserto dove si trattiene per quaranta giorni in compagnia delle bestie selvatiche e degli Angeli che lo servono. Con una semplice e sintetica espressione, scarna ed essenziale, l’evangelista documenta le tentazioni subite da parte di Satana. La preparazione al servizio della proclamazione della buona novella viene preceduta da un *tempo di riflessione, solitudine, mortificazione e preghiera.* Dio Padre che gli ha rivelato la sua compiacenza, ora gli chiede di formulare quasi un programma di prossima azione messianica. La fantasia può aiutare a pensare il territorio brullo palestinese, silenzioso, rotto dalle voci degli animali e dal fruscio del vento, il luogo ideale per inebriarsi del vento di Dio e lasciarsi ammaestrare sulla missione di salvezza del mondo. Il tempo biblico dei quaranta giorni evoca i grandi avvenimenti del popolo d’Israele segnati da analogo numero e si pone in una nuova ottica storica che indica continuità e conclusione, a partire dal giardino dell’Eden da quale Adamo fu _“gettato fuori”_. Gesù è immerso nella solitudine contemplativa, preludio a quanto poi avrebbe ripetutamente fatto prima degli eventi messianici, per dialogare col Padre Celeste, in compagnia delle creature selvatiche del mondo animale accovacciate ai suoi piedi, quasi adoranti al suo cospetto. *La solitudine ed il tempo sono riempiti dalla presenza degli Angeli* pronti ad eseguire ogni desiderio. _P. Angelo Sardone_