La semina del mattino
257. «Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà» (Ez 47,9).
Quando il Signore abita nuovamente in mezzo al suo popolo, tutto diventa benedizione. Nell’ultima parte del suo libro, il profeta Ezechiele, deportato a Babilonia il 597, racconta in visione il piano dettagliato, operato da Dio, della ricostruzione sociale e politica della città santa di Gerusalemme e del suo popolo. In particolare dal Tempio scaturisce una potenza di vita che il profeta descrive come un fiume di acqua corrente che scorre fuori dal tempio e si dirige verso sud fino al Mar Morto. Qui, particolarmente l’acqua viva e dolce risana le acque salate e salmastre rendendole ricche di pesci con una folta vegetazione sulle rive. Sembra di rivedere i fiumi che irrigavano il giardino dell’Eden nel paradiso terrestre. La vita dà fertilità e potenza agli esuli che torneranno nella Terra promessa. La vita è assicurata a chiunque si muove dentro queste acque e si lascia invadere da esse. L’abbondanza di cibo e di ogni sorta di alberi con foglie che non appassiscono e carichi di frutti maturi ogni mese, è il segno più evidente della gratuità di Dio e della potenza della sua rinnovata creazione. I frutti sono cibo e le foglie medicina. Tutta la potenza è determinata dalle acque che scaturiscono dal santuario: la natura dell’acqua ed il luogo da cui sgorgano simboleggiano la purificazione e la vita. Analoga visione descriverà S. Giovanni nell’Apocalisse, a conferma di quanto il profeta aveva narrato. La Tradizione della Chiesa ha visto in quest’acqua il sacramento del Battesimo ed il dono dello Spirito Santo. In esse siamo rinati, da esse siamo abbeverati e rinnovati nella Grazia. In esse si compirà il mistero dell’ultima nascita alla vita eterna. P. Angelo Sardone