330. «Nella loro discendenza dimora una preziosa eredità, i loro nipoti»

_La semina del mattino_

*330. «Nella loro discendenza dimora una preziosa eredità, i loro nipoti» (Sir 44,11).*

Dopo aver enumerato la gloria di Dio nella natura, l’autore del Siracide la considera nella storia. L’ultima parte del libro in ben sei capitoli, è caratterizzata *dall’elogio degli uomini illustri,* una sorta di campionario degli antenati, uomini valenti che hanno caratterizzato in maniera esemplare la vita del popolo di Israele. A partire da *Enoc,* discendente di Adamo ed Eva (Gen 4,17), fino a *Neemia,* governatore di Giuda (Ne 5,14), passando attraverso i grandi patriarchi, i re e i profeti, Ben Sira intende esprimere *gratitudine a Dio per aver suscitato uomini straordinari* ed _ammirazione per ciascuno di essi._ Ciò che li caratterizza *è la virtù ed i loro meriti.* Al contrario di altri di cui non permane alcun ricordo e svanisce ogni loro memoria come se non fossero mai esistiti, loro ed i loro figli per sempre. *Gli uomini illustri e virtuosi vivono per sempre* nel ricordo della storia e nella gratitudine perenne che dimora nella loro eredità, i nipoti. È davvero singolare questa annotazione. I figli dei figli, enumerati nelle promesse di Dio ad Abramo, nel bene come nel male, assurgono ancora una volta al rango delle preziosità con le quali si perpetua la memoria e la fama degli antenati. L’uomo di oggi che *sta perdendo il senso della memoria,* tante volte riduce il tutto all’oggi, mettendo in esecuzione il detto oraziano _*“Carpe diem”*_ nella valorizzazione unica del presente. Fare memoria degli antenati aiuta a conoscere la propria storia che è ricca di Provvidenza e mettersi su una medesima scia nella fedeltà alle promesse ed alla testimonianza dei padri. _P. Angelo Sardone_