336. «Sorella, àlzati! Preghiamo e domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza»

_La semina del mattino_

*336. «Sorella, àlzati! Preghiamo e domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza» (Tb 8,4).*

La storia drammatica di Sara figlia di Raguele si risolve positivamente con l’intervento del Signore. L’angelo *Raffaele* era stato da Lui inviato per farsi compagno di Tobia nel viaggio verso la Media dove andare a riscuotere un beneficio del padre Tobi. Il Signore gli riserva un beneficio molto più grande, *la mano di Sara,* figlia di un suo parente, *vessata dal demonio,* che sarà richiesta in moglie e sarà liberata proprio attraverso la mediazione di Raffaele. Raguele gliela concede in moglie dopo averlo avvertito della sorte capitata ai sette mariti che aveva avuto e cioè la loro morte il giorno stesso del matrimonio. Viene steso un regolare atto di matrimonio e preparata la camera nuziale non senza la viva preoccupazione ed il pianto da parte della madre di lei. Ricordandosi di quanto gli aveva detto Raffaele, _*Tobia estrae dal suo sacco il fegato ed il cuore del pesce*_ che lungo il viaggio avevano pescato e che l’angelo gli aveva fatto conservare perché facendo suffumigi davanti ad una persona invasata dal demonio avrebbe procurato la cessazione delle vessazioni, e *li pone sulla brace dell’incenso.* In quel momento cessarono le vessazioni diaboliche. Insieme poi pregarono con un canto di benedizione e di lode al Signore, _*consapevoli di usare della misericordia di Dio per poter giungere felicemente alla vecchiaia.*_ La dichiarazione di Tobia di prendere in sposa Sara senza lussuria ma con purità di intenzione e la preghiera ricca di riferimenti biblici, ha ispirato la benedizione liturgica degli sposi cristiani nel rito del matrimonio. _P. Angelo Sardone_