342. «La nostra capacità viene da Dio che ci ha resi capaci di essere ministri»

La semina del mattino
342. «La nostra capacità viene da Dio che ci ha resi capaci di essere ministri» (2Cor 3,6).

Seguitando la sua apologia, nell’esercizio del suo ministero fatto con limpidezza al contrario di una attività fraudolenta e mercenaria di alcuni suoi avversari che trafficano la Parola di Dio con lettere commendatizie dei cristiani giudeizzanti di Gerusalemme, Paolo afferma concetti molto forti ed attuali. La sua capacità di pensare e di annunciare non nasce da se stesso, ma viene da Dio. È Dio che ha reso Paolo ed i suoi collaboratori ministri del Vangelo della nuova Alleanza. L’apostolo fa riferimento ai profeti Geremia ed Ezechiele che esaltano il valore dello Spirito come agente fondamentale del nuovo patto. L’antica alleanza fissata su tavole di pietra aveva prescrizioni esteriori e mortifere; la nuova, invece, porta in sé il dono vivificante e rigenerante dello Spirito infuso nei cuori, che è principio di vita e di libertà. La prima alleanza, per quanto fosse gloriosa, conduceva alla morte; la seconda è ancora più gloriosa per via dello Spirito, un ministero di gloria che appartiene non ad una economia di salvezza provvisoria, ma ultima e definitiva. Sono i concetti nuovi della pneumatologia, cioè la teologia dello Spirito, che regola la vita della Chiesa e guida i singoli credenti. Si tratta di elementi che richiedono attenzione e studio serio ed appassionato, ma che, sotto l’egida dello Spirito, determinano il ministero e la missione di quanti, chiamati da Dio, esercitano il servizio della Parola e dei Sacramenti con attribuzioni e capacità non proprie, ma espressioni di un esclusivo dono di Dio. P. Angelo Sardone