348. «La loro estrema povertà ha sovrabbondato nella ricchezza della loro generosità»

La semina del mattino
348. «La loro estrema povertà ha sovrabbondato nella ricchezza della loro generosità» (2Cor 8,1).

Uno degli elementi che caratterizzano la seconda lettera di Paolo ai Corinzi è l’invito e la realizzazione di una colletta a favore dei poveri di Gerusalemme. La manifestazione concreta della crescita nella fede si ha anche con la condivisione materiale con chi è nel bisogno. La letteratura neo testamentaria, a partire dal Vangelo, sottolinea continuamente questa esigenza: ciò che si è ricevuto gratuitamente va condiviso. L’opera di S. Paolo costituisce un grande insegnamento per le generazioni dei cristiani tante volte rinchiusi nei propri bisogni e nelle proprie ricchezze. È molto bello constatare come un vero ed autentico cammino di fede fa maturare in chi più possiede, il desiderio e quasi il bisogno di dare con generosità a chi non ha il necessario. Si diviene generosi con gli altri se si è maturata una generosità fattiva verso il Signore che è sempre largo di doni. Ci sono tanti ricchi che sono solleciti e provvedono anche nel nascondimento alle necessità dei poveri. Ci sono tanti altri che magari non sono ricchi, ma che diventano avari e si perdono dietro calcoli egoistici che non solo non fanno crescere ma intristiscono e deludono. La sincerità dell’amore si mette alla prova con la premura verso gli altri. Molte volte si riscontra come i poveri siano generosi, consapevoli che la propria indigenza fa comprendere ancora di più l’indigenza altrui. La ricchezza nella fede, in ogni zelo e nella carità impone di essere altrettanto ricchi e larghi nella generosità verso chi è nel bisogno. Si cresce nella vita di fede passando attraverso questa strada. Il resto potrebbe essere semplicemente illusione. Cristo rende ricchi per mezzo della sua povertà. P. Angelo Sardone