361. «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci»

_La semina del mattino_

*361. «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci» (Gen 18,32).*

Si conclude con questa risposta di Dio la drammatica insistenza con la quale il patriarca Abramo, informato da Dio di ciò che sta per avvenire per Sodoma e Gomorra, supplica il Signore di *non distruggere le due città corrotte moralmente.* Mentre i due Angeli contemplano dall’alto le città ormai votate allo sterminio, il Signore rimane con Abramo che si fa interprete di una *accorata preghiera di intercessione* nel tentativo di non far perire i buoni insieme con i cattivi. Essendo segnata la sorte, il patriarca chiede con insistenza, anche col rischio di stancare la pazienza di Dio, se a causa della presenza in quelle città, prima di _50 persone giuste, scalando poi a 45, 40, 30, 20 fino a dieci,_ quel luogo sarà risparmiato. Oltre quel numero Abramo non osa scendere. Il dialogo è intenso: da una parte *Dio misericordioso che accondiscende* positivamente ad ogni singola richiesta dell’uomo, dall’altra Abramo che si fa interprete di una responsabilità collettiva dell’intera umanità a *perorare la salvezza delle due città e degli abitanti,* a motivo della presenza anche di pochi buoni. I profeti Geremia ed Ezechiele confermeranno in seguito che Dio sarà disposto a perdonare Gerusalemme anche se vi fosse un solo uomo giusto! Sappiamo che per Sodoma e Gomorra che si distinguevano nell’antichità per _*il gravissimo vizio contro la natura in abominio agli Israeliti e punito con la morte,*_ non fu così. Furono distrutte insieme con l’intera valle, dal fuoco e dallo zolfo piovuti dal cielo. Nella storia e nel tempo si sono ripresentate situazioni analoghe di perversione. La pazienza e la misericordia di Dio sono state e continuano ad essere sempre grandi. _P. Angelo Sardone_