369. «Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro. Nell’angoscia io sarò con lui»

La semina del mattino
369. «Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro. Nell’angoscia io sarò con lui» (Sal 90,14-15).

Nell’ultima preghiera del giorno, cioè la Compieta, nella domenica e solennità, la Liturgia delle Ore riporta il salmo 91 (90), una esortazione a rivolgersi a Dio che è il rifugio per l’uomo. Il tempio è il luogo della presenza divina ed il rifugio più sicuro. L’autore sacro si serve di alcune immagini per delineare quasi personificati i pericoli che minacciano l’uomo di giorno e di notte. Dio sbaraglia il numero elevato dei nemici e sorregge in ogni modo. In questa cornice si colloca la vita e la testimonianza cruenta di S. Maria Goretti, vergine e martire della purezza (1890-1902). Apparteneva ad una famiglia di lavoratori agricoli che per necessità si era trasferita dalle Marche nell’agro pontino nei pressi di Latina assieme alla famiglia dei Serenelli loro amici. Minuta e sotto peso, collaborava sia nel lavoro dei campi che nella casa, a sostegno della mamma Assunta rimasta vedova. Alessandro Serenelli accecato dalla passione aveva tentato più volte di sedurla fino a quando, ancora una volta respinto dalla innocente fanciulla, le sferrò un attacco violento brandendo un punteruolo e colpendola con 14 colpi mortali. Non valsero le cure prestate immediatamente nell’ospedale di Nettuno. Una fulminante setticemia a seguito del disperato intervento chirurgico le stroncò la vita. Le sue ultime parole furono di perdono per l’uccisore, lei, vittima di inaudita violenza. Il suo sacrificio valse alla conversione del carnefice e le procurò la palma del martirio e la canonizzazione alla presenza della mamma stessa. Ancora oggi in un mondo a volte perverso ed oltremodo permissivo in fatto di moralità e costumi sessuali, sono numerose le vittime ignote, uomini e donne, che subiscono analoghe violenze per difendere la castità del corpo e l’innocenza dell’anima. Beati loro, puri di cuore, perchè vedranno Dio! P. Angelo Sardone