507. «Portiamola al tempio del Signore, per compiere la promessa che abbiamo fatto»

_La semina del mattino_

*507. «Portiamola al tempio del Signore, per compiere la promessa che abbiamo fatto» (PdG,VII).*

La tradizione riportata dal _Protoevangelo di Giacomo_, un apocrifo del II secolo, scritto cioè non riconosciuto ispirato e non accolto nella Sacra Scrittura, riferisce che *Maria, figlia di Giacchino ed Anna*, era una bambina precoce, dal momento che a sei mesi già camminava. Quando giunse all’età di tre anni, svezzata ed in grado di “_non cercare più il padre e la madre_”, *fu condotta al Tempio di Gerusalemme per essere donata al Signore* ed adempiere la promessa fatta a suo tempo dai due anziani genitori. Accogliendola il sacerdote la baciò e profetizzò che per mezzo suo alla fine dei tempi il Signore _avrebbe compiuto la redenzione dei figli di Israele_. Massimo il Confessore, un santo del VII secol, nella sua «_Vita di Maria_» descrive il rito evidenziando la gloria e l’onore col quale Maria fu condotta, _*preceduta da molte vergini con le lampade accese*_, come preannunciato dal re e profeta Davide (Sal 44,15). I genitori se ne tornarono a casa meravigliati e lodando il Signore perché la bimba non si era voltata. Maria rimase nel Tempio come una colomba, alimentata da un angelo fino all’età di 12 anni quando fu affidata a Giuseppe perché divenisse sua sposa. Nelle vergini al tempio la Chiesa ha visto le anime consacrate che seguono Maria nell’offerta radicale della propria vita a Cristo, *lo servono e lo imitano* nel cammino della santità. Per questo sin dal 1953 nella memoria della Presentazione di Maria al tempio si celebra la *Giornata Pro Orantibus*, invitando a pregare per le monache ed i monaci di clausura di tutto il mondo, riconoscendo nell’offerta della Vergine a Dio, l’ideale della vita consacrata. _P. Angelo Sardone_