La semina del mattino
525. «Io, il Signore, risponderò loro: io, Dio d’Israele, non li abbandonerò» (Is 41,17).
Il Libro della Consolazione di Israele che comincia dal capitolo 40 del Deutero Isaia, annuncia la liberazione della schiavitù che comincerà con l’avvento del re Ciro. Il Signore afferma e dimostra coi fatti che il popolo di Israele è scelto e da Lui protetto. Non deve temere perché Dio è con lui, è tenuto per mano e condotto, da Colui che è il Redentore, il Santo di Israele. Queste espressioni la Liturgia le canta nelle cosiddette “profezie” e si rifanno perfettamente all’esperienza del popolo affranto dalla prigionia che finalmente torna a vivere nella libertà concessa da Dio. La storia di Israele è un paradigma della storia di ogni tempo: si pone dinanzi alle vicende anche attuali, come modello cui ispirarsi per avere forza, coraggio, nell’affrontare le vicende dolorose della vita e continuare a confidare nel Signore che risponde puntualmente alle invocazioni di aiuto, che non abbandona mai, e che attraverso la purificazione dell’esilio da se stessi e dalla vita godereccia, fa passare alla vera libertà che è gioia e pace. La risposta di Dio ed il suo perenne aiuto si constatano nella misura in cui ci si affida a Lui con libertà di cuore e con fiducia. Dio davvero non abbandona anche quando sembra che tutto sia un caos, che in nulla c’è speranza: salute, prosperità, guadagno, realizzazione. In tutte queste cose si sopravvive se in noi vive Cristo, sorgente di vera speranza, certezza di ogni attesa. P. Angelo Sardone