La semina del mattino
530. «Confiderà nel nome del Signore il resto d’Israele» (Sof 3,12-13).
La preparazione immediata al Natale viene supportata nella Liturgia da eloquenti indicazioni che mentre fanno intravvedere la gioia e l’esultanza del mistero, purificano la mente e il cuore da tutto ciò che non porta a Dio. Anche il profeta Sofonia, del quale non si sa nulla, fa sentire la sua voce definendo Gerusalemme ribelle, impura ed opprimente perché non ha ascoltato la voce del Signore, né accettato la correzione. Solo un resto confiderà nel Signore e vedrà la salvezza. La storia di Israele si può bene applicare alla vicenda umana e carismatica del santo dottore della Chiesa, Giovanni della Croce (1542-1591), chiamato insieme con S. Teresa d’Avila a dare un nuovo assetto all’Ordine Carmelitano con una riforma radicale che riportava alle austerità delle origini ed al nome di Carmelitani/e Scalzi/e. Un resto povero e umile non senza difficoltà ed avversioni intraprenderà il cammino del rinnovamento che tanti Santi produrrà nella Chiesa. Lui stesso sperimentò numerose sofferenze fisiche e spirituali, finanche con l’arresto e la carcerazione per un incidente a lui attribuito per errore. Autore di numerose opere spirituali e mistiche è stato nel corso dei secoli e continua ad essere grande maestro di vita spirituale per numerosi fedeli laici ed ecclesiastici. Guardando a lui e seguendo la sua spiritualità S. Annibale Maria Di Francia a Napoli il 30 agosto 1889 divenne Terziario Carmelitano assumendo il nome di Fra Giovanni Maria della Croce. P. Angelo Sardone