534. «Ecco, verranno giorni nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio»

La semina del mattino
534. «Ecco, verranno giorni nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio» (Ger 23,5).

Nel corso della tradizionale Novena in preparazione al Natale, si cantano le “profezie” della nascita di Gesù. Sono invocazioni tratte dai brani di alcuni profeti, particolarmente Isaia, che contengono riferimenti alla venuta del Salvatore ed esprimono il profondo desiderio del Messia alternati al ritornello: «Venite adoriamo il Re Signore che sta per venire». Fa da corredo una nota, bella e semplice melodia gregoriana su un testo in lingua latina tradotto in italiano. Con un sentire fortemente poetico e teologico, metafore bibliche molto significative evocano la figlia di Sion e di Gerusalemme, cioè tutta la nazione che appartiene a Dio, la preziosità del latte e del miele, le potenze naturali dei monti e dei colli che sono in attesa del grande Profeta che rinnoverà Gerusalemme. Il Messia è presentato come Salvatore, Dio forte e uomo, figlio di Davide, protettore, Santo d’Israele, dominatore di tutto, seduto sul trono di Davide e recante sul capo la corona regale. Anche se sembra indugiare Egli non tarderà a venire e lo farà nel segno di un bambino che governerà e prenderà il potere sulle sue spalle. La sua venuta sarà esaltata in tutto l’universo perché porterà la pace. Pur non essendo preghiera ufficiale della Chiesa, la novena a partire dal 1700 si è imposta come dato di tradizione che nella sua semplicità e nella profondità dell’evocazione biblica, ha formato intere generazioni alla pietà cristiana. P. Angelo Sardone