La semina del mattino
655. Domenica di Pasqua, centro dell’anno liturgico. Da essa scaturiscono tutti i giorni santi. Annunciato solennemente il giorno della Epifania, il giorno di Pasqua costituisce il fulcro, il fondamento e l’origine della fede cristiana. La Pasqua ebraica era un rito arcaico dei pastori col quale in partenza per la transumanza di primavera, si sacrificava un animale giovane per ottenere la prosperità nel gregge. Raggiungeva il suo culmine il 14 del mese di Nisan in corrispondenza al plenilunio. Con Mosè la festa si tramuta in memoriale dell’avvenimento storico della liberazione d’Israele dall’Egitto, con due riti fondamentali: il sacrificio dell’agnello ed i pani azzimi. Nel Giudaismo essa assumerà un carattere propriamente familiare corredato da un particolare rituale ed un rigoroso cerimoniale. Nella Chiesa primitiva la comunità cristiana è paragonata agli azzimi mentre Cristo è l’agnello immolato. Lo insegnerà in maniera autorevole S. Pietro invitando a celebrarla coi fianchi cinti della mente per vivere in timore il tempo del pellegrinaggio, con la consapevolezza di essere stati riscattati col sangue di Gesù, agnello senza macchia e senza difetto (1Pt 1,13-21). Per questo la Pasqua è la “Festa delle feste”, la “Solennità delle solennità”. La ricchezza della Parola di Dio odierna si pone a compimento di quanto è stato distribuito e largamente presentato nell’intera Quaresima. Le donne sono protagoniste della scoperta della tomba vuota e del primo annunzio dato loro dall’angelo. Esse continuano anche oggi nella vita della Chiesa con la loro attenzione, solerzia ed impareggiabile disponibilità, ad essere messaggere dell’evento che ha sconvolto il mondo e lo proietta alla parusia. Buona Pasqua a te ed alla tua famiglia. P. Angelo Sardone